Arte e Cultura Campania

Napoli: al Cimitero delle Fontanelle con la Cooperativa La Paranza

20 Marzo 2019

Visitare il Cimitero delle Fontanelle a Napoli è molto più che fare una tappa turistica.

Ci sono andata con Titty della Cooperativa La Paranza, la nostra sorridente guida che ci ha accompagnato lungo il Miglio Sacro, il percorso che compivano i pellegrini per recarsi a pregare sulla tomba di San Gennaro, attraversando lo storico Rione Sanità.

cimitero delle fontanelle

Posto all’estremità occidentale del vallone naturale del Rione Sanità, è l’espressione più profonda di uno dei quartieri più ricchi di storia e di tradizioni. Entrarvi è immergersi, penetrare nel sentimento religioso popolare più radicato di Napoli.

cimitero delle fontanelle offerte

“Penetrare” è forse la parola giusta, che rende l’idea di un cammino che si addentra in una realtà oscura, profonda, metafora di una condizione che nasce dal bisogno di trovare una via d’uscita dalla tremenda situazione in cui si trovarono i napoletani in tanti periodi di guerre e pestilenze.

cimitero delle fontanelle

Le “anime” adottate del Cimitero delle Fontanelle

L’entrata del Cimitero delle Fontanelle è un enorme antro, un buio ingresso nel cuore di una antica cava di tufo. L’ingresso nel regno dei morti.

Qui tutto parla della morte. Una morte concreta, quella di migliaia e migliaia di persone i cui resti (teschi, tibie, femori) circondano chi varca la soglia dell’antro, lo accompagnano lungo i percorsi delle tre grandi navate, non smettendo di ricordargli quale sarà il suo destino.

Sono morti anonimi, vittime di pestilenze che dimezzarono la popolazione di Napoli (la peste del 1646 e il colera del 1836), morti traslati dalle sepolture all’interno delle chiese (per mancanza di spazio o in seguito alle ordinanze napoleoniche che le vietavano) e indigenti le cui famiglie non potevano permettersi le spese di una sepoltura.

cimitero delle fontanelle offerte

Tre tipologie di morti, ordinati nelle tre navate del Cimitero delle Fontanelle (quella dei preti, degli appestati e la navata delle anime pezzentelle), altissimi corridoi che penetrano nella montagna per centinaia di metri, affiancate da resti umani ammucchiati con ordine, quasi macabre decorazioni di un percorso che incontra anche statue e una chiesa sotterranea.

cimitero delle fontanelle il monacone

Alcuni teschi (le capuzzelle) si distinguono dagli altri. Conservati in teche, cinti con corone del Rosario, omaggiati con lumini e fiori finti dai colori vivaci.

A volte su di loro vengono poste monete e banconote di piccolo taglio. Un retaggio di arcaiche credenze pagane, sono il prezzo del pedaggio necessario per poter intraprendere il “viaggio” dal mondo dei vivi al mondo dei morti.

Segni della cura dei vivi che hanno “adottato” una “anima”.

Qualche teschio è girato, mostrando la nuca. Ė una punizione e un avvertimento.

teschio girato al cimitero delle fontanelle

Appartiene a una “anima” che non “lavora”, non concede grazie. Che tutti sappiano e non perdano tempo a prendersene cura. L’ingrata non contraccambierà con qualche miracolo, neppure con un piccolo favore. Che venga quindi abbandonata a sé stessa. Nessuno pregherà per lei.

Al Cimitero delle Fontanelle si andava, fino alla fine degli anni ’60, ad “adottare” una”anima”.

cimitero delle fontanelle

Tra tanti, si sceglieva (magari in seguito alle indicazioni ricevute in sogno) un morto sconosciuto e ci si prendeva cura del suo teschio, si pregava per la sua anima per anticiparne l’entrata in Paradiso. Si dava refrisco, cioè sollievo: «A refrische ‘e ll’anime d’o priatorio».

In cambio il morto, dopo avere raccontato in sogno il proprio nome e la propria vita, avrebbe concesso dei favori se non dei veri e propri miracoli. Se il morto era prodigo, se “lavorava” bene, aumentavano i segni di riconoscenza: veniva deposto prima su un fazzoletto, poi su un cuscino fino a costruirgli una teca, quasi un tempietto (e chi non poteva permetterselo… lo metteva in  una scatola!).

cimitero delle fontanelle teschio nella scatola

Questa pratica fu sospesa dalla Chiesa napoletana per sospetto di culto pagano e il Cimitero delle Fontanelle fu abbandonato fino al 2010 quando gli abitanti del Rione Sanità riuscirono a farlo riaprire.

Leggende, credenze e usanze del Cimitero delle Fontanelle

Ogni angolo del Cimitero delle Fontanelle conserva storie, aneddoti, leggende di morti particolarmente drammatiche o romazesche.

teschi al cimitero delle fontanelle

Si credeva che i morti sepolti alle Fontanelle inviassero ai vivi dei “segni”. Uno era il sudore, cioè la condensa da umidità che può apparire sui teschi e indicava che una grazia era stata concessa. Se il teschio non sudava, era indizio della sofferenza dell’anima abbandonata e cattivo presagio.

teschi al cimitero delle fontanelle

Famoso il teschio di Donna Concetta, ‘a capa che suda, sempre molto lucido, segno della sua grande generosità nel concedere favori.

I teschi non venivano mai messi sotto pesanti lapidi, affinché fossero liberi di uscire di notte ed apparire in sogno e quelli più ”generosi” venivano messi in teche chiuse da un lucchetto, veri e propri tesori da mettere in sicurezza.

teche con teschi al cimitero delle fontanelle

Un teschio molto famoso è quello del Capitano, con ben due leggende dall’esito tragico. Una “spiega” il nero che si vede intorno a una sua orbita.

Un fidanzato geloso delle attenzioni rivolte al teschio dalla sua futura moglie, lo trafisse in un’orbita con una canna, sfidandolo a comparire al proprio matrimonio. Il giorno delle nozze tra gli invitati apparve uno strano commensale, vestito di nero. Quando gli fu chiesto chi fosse, aprì il mantello, mostrando il suo scheletro e provocando la morte immediata di sposi ed invitati.

teschio del Capitano al cimitero delle fontanelle

Come dire: attenzione a non prendervi gioco di ciò che appartiene all’al di là, al mistero.

 

Un suggerimento d’autore per conoscere il Cimitero delle Fontanelle

  • Matilde Serao, Il ventre di Napoli, Bur 2012
  • Marino Niola, Il purgatorio a Napoli, Meltemi Editore, 2003

cimitero delle fontanelle napoli

Come si arriva al Cimitero delle Fontanelle?

Il cimitero si trova in via Fontanelle, al margine del Rione Sanità. L’entrata è sulla destra della chiesa di Maria Santissima del Carmine, addossata al campanile e alla canonica vistosamente dipinti.

santa maria del carmine napoli

Volete visitare il Cimitero delle Fontanelle con una guida che vi racconta storia e leggende, facendovi percorrere tutto il percorso dei pellegrini che andavano a pregare sulla tomba di San Gennaro, conoscendo palazzi, chiese, le straordinarie catacombe di San Gennaro e attraversando lo storico Rione Sanità? Non perdete l’occasione di iscrivervi al percorso Il Miglio Sacro.

Catacombe di Napoli
Via Tondo di Capodimonte, 13 80136 Napoli
tel/fax +39 081 744 37 14
info@catacombedinapoli.it

Dormire al Rione Sanità

Pronti per visitare il Rione e il Cimitero delle Fontanelle?
Si può dormire proprio nel cuore del rione a La Casa del Monacone un antico convento trasformato in un B&B molto accogliente.

La Casa del Monacone
Via Sanità, 124 – 80136 – Napoli
ufficio tel:+39 081 7443714
cellulare 3664621088

B&B Casa del Monacone Napoli

Il B&B è gestito dalla Cooperativa Sociale La Paranza che gestisce anche le Catacombe di San Gennaro e di San Gaudioso.

La cooperativa, formata da giovani del quartiere è parte della Fondazione San Gennaro, sorta per migliorare la qualità della vita in questa parte di Napoli.

Per capire i fermenti di riscatto sociale del Rione Sanità, assolutamente consigliata la lettura di Noi del Rione Sanità, Mondadori editore, di Antonio Loffredo, parroco del rione e animatore della Cooperativa La Paranza.

 

Seguici su Facebook e su Instagram . troverai altre foto dei nostri “viaggi lenti per gustare l’Italia”.

 

Italia Regioni Campania

Potrebbe interessarti anche:

2 Commenti

  • Reply Gaetano Barbella 14 Luglio 2021 at 11:30

    È nota tutta la storia del cimitero delle fontanelle e le ragioni dei rituali che vi sono legati ad opera della devozione dei napoletani, ma forse non pochi, dediti allo studio dei risvolti esoterici, vorrebbero venirne a conoscenza. Ed ecco la ragione di questa mia recensione.

    Nel cranio si attua uno dei sigilli fondamentali del mistero della morte e redenzione il cui nesso è legato al sale. I gruppi alchemici rosacrociani lo simboleggiavano con un cerchio tagliato a metà da una linea orizzontale Θ. Esso deriva dalla theta maiuscola di Thanatos, che in greco significa «morte». Frequentamente in alchimia il sale rappresenta il processo mentale, che è un processo di morte. Il sale, come residuo dell’attività spirituale che avviene nella nostra mente è la scoria che resta quando la vita è volata via, è il cranio, il caput mortuum, la polvere bianca residua dopo l’estrazione dell’oro. È la cenere del pensiero.
    Il caput motuum è il cosiddetto Terzo Sale, fondamentale per l’opera alchemica conclusiva per costituire uno dei componenti dell’uovo filosofale. Quando la testa – o la sua attività spirituale che chiamiamo mente – raggiunge il punto in cui non è più in grado di capire, in cui l’ordine dell’universo sembra frantumarsi, allora produce lacrime salate.
    Nel vangelo di Matteo, infatti, «sale della terra» sono gli eletti, ossia gli iniziati e non, come si tende oggi a pensare, quanti sono poco più che semplici contadini. Nei secoli lontani gli eletti sedevano al posto d’onore, «più in alto del sale», perché avevano conquistato il sale che avevano dentro di sé. Nell’Apocalisse di Giovanni 7,4 si parla dei centoquarantaquattromila segnati di tutte le tribù dei figli d’Israele e sono quelli che dopo la loro tribolazione «Non avranno più fame e non avranno più sete, non li colpirà più il sole né alcuna arsura; perché l’Agnello che è in mezzo al trono li pascerà e li guiderà alle sorgenti delle acque della vita; e Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi” » (Ap 7,16-17). Ed ecco spiegato il mistero delle “lacrime salate”, le lacrime amare.

    Gaetano Barbella

    • Reply Mariella & Giordano 18 Luglio 2021 at 17:08

      Caro Gaetano, grazie per la tua bella e ricca spiegazione che ha arricchito il mio articolo. Sono sicura che i lettori la apprezzeranno molto.
      Un cordiale saluto.
      Mariella Moresco

    Lascia un Commento