Non so voi, ma noi qualche volta ci fidiamo delle indicazioni dei blog. Naturalmente poi controlliamo sempre su altre fonti, ma mettendo a confronto diverse indicazioni riusciamo quasi sempre ad avere una idea piuttosto veritiera di dove vogliamo andare (per poi continuare a vagabondare in “esplorazione” per conto nostro, seguendo le nostre curiosità e il nostro … ”fiuto”). Tralasciamo, se non per le informazioni spicciole, i siti ufficiali il cui scopo è quello, ovviamente, di magnificare le località nascondendone eventuali problemi.
Per una gita settembrina sulla costa ligure di Levante abbiamo quindi cercato su alcuni blog di viaggio l’idea per una meta non ancora sperimentata ed abbiamo trovato la ciclo-pedonale Levanto-Bonassola-Framura.
Tratto iniziale della ciclopedonale a Levanto
Da un blog di viaggi leggiamo: “Dal 2011 il recupero dell’ex ferrovia con la pedonalizzazione e la creazione di una pista ciclabile ha restituito ai liguri e ai turisti uno spicchio di costa incontaminata e selvaggia! Potrete percorrere ben cinque chilometri in cui a tratti all’aperto vista mare si alternano cinque tratti in galleria, più o meno lunghi.[…] grazie a questo tracciato, potrete accedere a calette non altrimenti raggiungibili come la Spiaggia di Porto Pidocchio o a I Marmi. Ulteriore riprova, casomai fosse necessaria, di quanto il recupero dell’ex ferrovia sia stato positivo, restituendo anche la fruibilità di un tratto di costa lontano dalle “pazze folle” estive: un vero gioiellino per veri amanti della tintarella in contesti selvaggi e incontaminati!”.
Confortati da un altro blog: “una comoda pista ciclabile che collega Levanto, Bonassola e Framura, ma anche pedonale per chi vuole fare quattro passi” , ci siamo decisi. Avremmo percorso la pista ciclo-pedonale Levante-Bonassola-Framura.
Giordano e Alberto prima di iniziare il percorso in galleria
Conoscendo la bellezza della costa, abbiamo iniziato a pregustare i “tratti all’aperto vista mare“ e bagni nelle “calette non altrimenti raggiungibili”. Naturalmente non abbiamo affatto creduto (non siamo così ingenui!) di rimanere “lontano dalle “pazze folle” estive… in contesti selvaggi e incontaminati!”. Un po’ difficile da credere che la costa ligure sia selvaggia e incontaminata, no? Però, forse a metà settembre poteva esserci la speranza di non trovare affollamenti ferragostani in “calette non altrimenti raggiungibili”.
La realtà si è dimostrata quanto di più lontano possibile dalle aspettative.
Lungo tutto il percorso, di oltre 5 km, le aperture nelle gallerie, molto anguste, sono 3-4 nel tratto Levanto-Bonassola e un po’ meno nel lunghissimo tratto in galleria Bonassola-Framura.
Un’apertura della galleria da Levanto a Bonassola
Quest’ultimo un vero percorso “infero”, in una galleria che pareva non terminare mai, in cui a lungo non si intravvedeva la luce della fine.
Alberto e Laura iniziano il tratto da Bonassola a Framura
Dalle pareti di entrambe le gallerie scendeva una forte umidità che bagnava la pavimentazione e più che frescura procurava un senso acuto di freddo sulla schiena scaldata dal sole prima di infilarsi nel tunnel.
Le calette, intraviste all’uscita dal buio delle lunghe gallerie, grazie alla ormai effettiva facilità di accesso e al fatto di essere conosciutissime, erano sovraccariche all’inverosimile di “pazze folle estive” con aggiunta di cani e bambini che godevano delle spiaggette come se fossero i soli fortunati a potervi scorrazzare.
Stessa situazione sulle spiagge di Bonassola e di Framura, dove siamo sbucati infreddoliti ed annoiati dalla lunga permanenza in galleria.
In conclusione, una gita di cui ci è totalmente sfuggita la decantata piacevolezza e bellezza (la vista mare, ovviamente meravigliosa come su tutta la costa ligure, è infatti ridotta a pochi, limitati scorci a fronte di chilometri al buio in galleria).
Secondo noi …
Per una presentazione sempre e comunque positiva di località ed attrazioni turistiche crediamo che siano più che sufficienti i siti ufficiali. Un blog dovrebbe raccontare positività e negatività di quanto sperimentato, nella ovvia diversità di gusti ed esperienze. O no?
Se qualcuno pensasse che siamo un po’ troppo “negativi”, ecco la piantina ufficiale, affissa in diversi punti del percorso, che indica i tratti all’aperto (in rosso più chiaro in corrispondenza dei paesi e visibilmente molto limitati) e quelli in galleria in rosso scuro. Sopra la mappa un grafico esemplifica le proporzioni dei percorsi all’aperto e in galleria.
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4 Comments
Secondo me è un percorso da fare solo in bicicletta, con l’avvertenza di coprirsi per il freddo e l’umidità che si percepisce all’interno delle gallerie. Io l’ho fatta appunto in biciletta e mi è piaciuta molto, anche perchè ti permette di raggiungere le località con questo mezzo senza salire e ridiscendere dalla collina con l’auto
Grazie Angela per il tuo commento. Sicuramente hai ragione nel preferire la bicicletta ma la pista è definita ciclo-pedonale e forse sarebbe invece meglio lasciarla solo per le bici. Quello che contestiamo nell’articolo, però, è come vengono presentate le mete, a nostro giudizio in maniera poco obiettiva e in molti casi presentandone solo gli aspetti positivi. Che non è quello che ci si dovrebbe aspettare da un blog di viaggi. Non ti pare?
Ciao,
complimenti per la vostra solerte intraprendenza.
Ci vediamo su Instagram!
Grazie Giuseppina, ci fa piacere averti conosciuta e che tu ci abbia seguiti su vagabondiinitalia.it
Certo che continueremo a rimanere in contatto !
Buona giornata e buon lavoro! A presto.