Ami farti trasportare da un treno tranquillo, su una di quelle belle linee secondarie che ti fanno ammirare paesaggi sereni tra una piccola stazione e un’altra, dove scendere per cercare tesori d’arte? E naturalmente ami anche provare i cibi locali?
Il Treno dei Sapori è la proposta adatta. Una escursione su questo treno speciale riunisce tutto ciò che ti piace.
Noi l’abbiamo provato percorrendo uno dei percorsi che propone ogni fine settimana.
Ritrovo alle 9,30 del mattino alla stazione di Iseo e, dopo il caffè di inizio giornata, saliamo sul Treno dei Sapori. Due allegre carrozze arancioni dagli interni anni ’30, trainate da una motrice diesel e con al seguito un vecchio vagone postale che ospita la “cucina”.
La prima sosta è a Provaglio d’Iseo, dove ci accoglie una stazioncina con un bel pergolato, sotto il quale si sta riposando un gruppo di ciclisti.
Sembra che si tratti di una tappa familiare agli amanti della bicicletta. Sul retro, sotto la finestra del primo piano, vedo appesa al muro una bici. Accanto, l’ingresso dell’Osteria del Viandante, “Associazione culturale e di difesa del territorio”.
Mi sento subito in sintonia.
Prima tappa del Treno dei Sapori
Federica, la nostra guida, ci accompagna all’antico Monastero di San Pietro in Lanosa, sovrastante la zona paludosa delle torbiere che dall’alto, dal sagrato della chiesa, sembra un piccolo lago dalla superficie interrotta da ciuffi di vegetazione.
Nella chiesa del 1083 si conservano testimonianze di tutte le epoche storiche che si sono succedute a partire dal ‘200, quando sul suo stesso sito esisteva un tempio dedicato a Mitra, venerato dai soldati romani.
Reperti carolingi e longobardi, stili romanico e gotico e poi rinascimentale e barocco. Qui sono rappresentati quasi mille anni di storia dell’arte.
Questa sua particolarità la rende unica e, nonostante questa ricchezza stilistica, il suo interno è molto piacevole, quasi che il tempo abbia armonizzato fra loro momenti e stili diversi.
Alla fine di ampliamenti, demolizioni, innalzamenti, ora la chiesa si presenta con uno stile prevalentemente romanico, dalle basse arcate delle cappelle laterali che nella loro continuità formano una navata decorata su pareti, pilastri e volte degli archi da affreschi , alcuni eseguiti a metà ‘500 dal Romanino.
Anche le pareti e le volte della chiesa, non solo la navata laterale, sono ricoperte di affreschi ed ospitano importanti lasciti del passato. Vedo una antica Madonna Vestita, sfuggita all’ordine di distruzione voluto dalla Controriforma o un Cristo Deposto (ma conservato in piedi) del 1100-1200, il cui corpo fu modellato con un sacchetto di paglia di frumento. Si dice che sia stato portato dai Crociati dall’Egitto, come ringraziamento per il signorotto locale che aveva finanziato il viaggio in Terrasanta.
Su una parete un bellissimo organo barocco, incorniciato da due colonne intagliate a mano, ricavate da tronchi interi!
Di fianco alla chiesa l’Oratorio dei Disciplini, confraternita nata nella seconda metà del ‘200 come movimento popolare spontaneo, i cui adepti si sottoponevano all’autoflagellazione per condividere la Passione di Cristo e invocare la pace in un contesto storico di sanguinosi conflitti. Fino al tetto le pareti sono ricoperte da affreschi, di cui rimangono parti integre e lacerti.
In treno a Pisogne
Risaliamo in treno dove, mentre ci dirigiamo a Pisogne, ci viene servito un aperitivo con spumante della Franciacorta.
Anche a Pisogne ritroviamo il Romanino, i cui affreschi coprono interamente l’interno della chiesa della Madonna della Neve.
Un capolavoro che Giovanni Testori definì “la Cappella Sistina dei poveri”.
Tra le volte su cui si appoggiano Sibille e Profeti, si svolge il dramma della Passione di Cristo. Un dramma che Federica, la nostra guida, ci fa notare come abbia connotazioni molto umane, popolari.
Popolani sono i protagonisti delle scene. I loro visi, i loro corpi robusti e privi di eleganza non hanno nulla della bellezza sofisticata. Appartengono al popolo più umile.
“Romanino qui fa il controcanto della parola che si fa carne, infatti prende la carne di un popolo, di una valle e ne fa verbo figurativo”. (G. Testori)
La Crocefissione, culmine del ciclo, occupa tutta la parete della controfacciata. Vestita di un giallo squillante una Maddalena dal viso non bello circonda disperata la croce con braccia robuste da contadina, piegando il suo corpo tozzo.
Una scelta teologica, non estetica, quella del Romanino. Chiunque, anche i poveri contadini e i popolani, guardando quelle figure poteva pensare che l’Incarnazione fosse avvenuta anche per lui. Perché era avvenuta tra gente come lui.
A pranzo sul Treno dei Sapori
Terminiamo la visita e ritorniamo al nostro treno, dove ci aspetta un pranzo allestito con le produzioni locali: salame di Montisola e Slinzega, un salume di carne bovina dalla pezzatura più piccola della breasola e dal sapore più deciso, tipico della Valtellina e della Valchiavenna e formaggio Rosa Camuna, della Val Camonica.
A seguire grossi gnocchi di patate ripieni dello stesso formaggio, conditi con crema allo zafferano e pancetta. Non può mancare la polenta e un delicato e tenerissimo “manzo all’olio”. Torta secca, caffè e liquore concludono il pasto.
Un giro sul lago?
Arriviamo a Iseo. L’itinerario proposto dal Treno dei Sapori non è ancora terminato. Per concluderlo facciamo con Federica un lungo giro sul lago, ammirando Montisola e i suoi borghi e avvicinandoci ai due isolotti, S. Pietro e Loreto, con la sua scenografica villa a forma di castello, che ci incanta.
Ora la gita è veramente terminata.
Per organizzare la gita
Iseo è raggiungibile da Brescia in ferrovia www.trenitali.com
Per informazioni sugli itinerari proposti e prenotazioni sul Treno dei Sapori
http://trenodeisapori.area3v.com/treno#
La nostra brava guida è Federica Martinelli, che può accompagnare singoli e gruppi in tutto il territorio bresciano.
www.guidaartistica.com
info@guidaartistica.com
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[…] E così, tra una ricerca e l’altra, hanno scoperto il Treno dei Sapori. Ecco il loro resocono dettagliato. […]