Arte e Cultura Valle d’Aosta

Ad Aosta per la millenaria Fiera di Sant’Orso

6 Febbraio 2020
scultura alla fiera di sant'orso

Tre giorni in Valle d’Aosta, un piccolo viaggio troppo breve ma intenso che mi ha portato dal gioiello romanico di Sant’Orso ad Aosta al Forte di Bard con il suo magnifico Museo delle Alpi.

Ho scelto gli ultimi giorni di gennaio per ritornare in questa regione che amo moltissimo, per partecipare, finalmente dopo tanti anni che lo sognavo, alla millenaria Fiera di Sant’Orso, la più grande manifestazione popolare di tutto l’arco alpino. Quest’anno era l’edizione 1020 !

Per lunghissima tradizione al 30 e 31 gennaio di ogni anno ad Aosta si ritrovano gli artigiani di tutte le valli valdostane, portando gli oggetti fabbricati durante i mesi invernali, tra la fine dei lavori agricoli a San Martino (11 novembre) e l’inizio di quelli del nuovo anno a Sant’Antonio (17 gennaio).

La Fiera di Sant’Orso non è mai stata solo mercato ma era ed è soprattutto occasione di incontri e di festa. Una festa che nella notte tra il 30 e il 31 trovava e trova ancora il suo culmine nella Veillà, la lunga veglia che, riprendendo l’usanza contadina di passare le ore serali insieme a parenti ed amici al caldo delle stalle, faceva passare le ore notturne nelle cantine della città, aperte per l’occasione, dove bere un bicchiere di vino, suonare e cantare aspettando l’alba e la ripresa della fiera.

 veilla fiera di sant'orso

Quest’anno sono stata fortunata. Nei giorni della “Fèira de Sènt-Or” o “la Saint Ours” com’è conosciuta in Valle d’Aosta, la temperatura era quasi primaverile (ma… dov’è finito il freddo dei giorni della Merla, quelli che per tradizione sarebbero i più freddi dell’anno?).

Così alla sera del 30 per la Veillà mi sono unita alle centinaia di persone che hanno allegramente “invaso” il centro di Aosta, bevendo il vin brulé offerto in piazza Chanoux e godendo lo spettacolo di tanti altri visitatori che si spostavano lungo le vie principali, fermandomi ad ascoltare i cori che cantavano arie tradizionali.

 veilla-alla-fiera-di-santorso

E di giorno? Beh, il tempo non bastava per guardare la sovrabbondanza di oggetti esposti: cesti, oggetti di ferro, in pietra ollare ed i bei tessuti valdostani.

cesti-alla-fiera-di-santorso

Ma il legno inciso, lavorato in mille modi era il vero protagonista della fiera. Impossibile non fermarmi a fotografare le grolle, i sabots (i tipici zoccoli intagliati nel legno), i coloratissimi fiori dalle complicate corolle e gli oggetti decorativi o di uso quotidiano.

Sono rimasta incantata davanti alla bellezza di alcuni gruppi scultorei, vere opere d’arte, che raccontano aspetti della vita di montagna con creatività poetica e grandissima abilità.

Di fronte a loro non ero l’unica a fermarmi a lungo, ammirando la resa dei particolari, stupita dalla bravura dello scultore.

Giornate lunghe per gli artigiani, dal primo mattino quando iniziavano a preparare il proprio banchetto fino a sera. Giornate lunghe anche per noi visitatori, che però potevamo fermarci a riposare, ritrovando i sapori della cucina di montagna nei punti allestiti dalle pro-loco (ognuno con piatti diversi, quasi un invito a un giro gastronomico) e nella zona dedicata allo Street Food Valdostano nella scenografia del Teatro Romano.

 fiori-di-legno-alla-fiera-di-santorso

Impossibile non farsi conquistare dal sapore dei prodotti e dei piatti locali, dalla polenta concia alla Seupa à la Vapelenentse, dalla fonduta alla valdostana con fontina alla carbonada.

Per fortuna, magari dopo averli provati a tavola, si potevano ritrovare gli ingredienti al Padiglione Enogastronomico, dove le aziende produttrici proponevano le specialità della Valle d’Aosta: formaggi, carni e salumi, e poi dolci, mieli, marmellate. Naturalmente non potevano mancare vini e liquori.

Da far girare la testa!

Naturalmente Aosta ha molto altro da offrire ed io non me lo sono lasciato sfuggire. Ve lo racconterò nei prossimi articoli.

Vuoi partecipare anche tu alla prossima Fiera di Sant’Orso, il prossimo anno?

Ecco alcune indicazioni
La Fiera si svolge nel centro di Aosta ed è dunque facilmente accessibile.

Se vuoi conoscere il programma della Fiera di Sant’Orso, clicca qui . Questo è il sito ufficiale, aggiornato man mano che si definisce il programma della manifestazione.

Come arrivare

In pullman: da Torino, da Milano, da Martigny e Vallese, dalla Savoia, da Ivrea e Canavese
In treno: da Torino e da Milano
In auto, camper, bus: usufruendo di parcheggi assistiti della città, segnalati con un’apposita cartellonistica lungo le vie di accesso
I parcheggi sono collegati all’area della fiera con navette gratuite che effettuano continue corse. È prevista anche una navetta che unisce i due ingressi opposti della Fiera con fermata intermedia alla stazione ferroviaria.

manifesto-fiera-di-santorso-2020


Ti vuoi fermare a dormire?


Ottima scelta, così puoi godere tutta la giornata senza fretta ed anche la Veillà!
Ad Aosta ci sono molte possibilità, dagli alberghi ai B&B e i mini appartamenti, comodissimi per coppie e famiglie. Se si vuole soggiornare per la Fiera di Sant’Orso occorre prenotare per tempo.

Io ho alloggiato a Al Couronne, in pieno centro città, in Piazza Chanoux. Mi sono trovata benissimo, accolta con simpatia e grande gentilezza e disponibilità. L’appartamento nuovo, ben arredato, ospita fino a quattro persone ed è attrezzato per poter preparare i pasti in autonomia.

Al Couronne
28a Piazza Emile Chanoux – 3° piano
tel. 3355643949 o 3356633734

visitatori-alla-fiera-di-santorso
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