Stavamo quasi per lasciarci sfuggire la salita alla cupola del Pordenone a Piacenza ! E dopo la visita alla cupola del Duomo affrescata dal Guercino, lo scorso anno, non avremmo assolutamente voluto perderla.
Per fortuna siamo riusciti a combinare gli impegni di quattro nostre amiche che volevano venire con noi e un paio di settimane prima della prevista chiusura della salita (prorogata al 15 luglio prossimo) siamo andati tutti alla chiesa di Santa Maria di Campagna, al limite delle mura del centro storico di Piacenza.
Faccia a faccia con il Pordenone
Dobbiamo confessare che iniziare il camminamento, particolarmente angusto e dai gradini molto ripidi, ci ha un po’ preoccupati, ma la sua messa in sicurezza ci ha subito tranquillizzati e ci ha permesso di giungere alla galleria circolare sotto la cupola, da dove ammirare gli affreschi del Pordenone, senza inconvenienti.
Finalmente eccoci vicinissimi a Profeti e Sibille che occupano le vele della cupola.
Tradizione pagana e Nuovo Testamento sembrano contendersi gli spazi, quasi che l’antico, pagano e biblico, non voglia cedere il passo di fronte all’irruzione della novità cristiana.
Le scene bibliche, a partire dalla Creazione, si susseguono negli ovali delle lesene, mentre nel fregio si alternano déi pagani ed episodi della tradizione classica.
Sarà un altro pittore, il Sojaro, che aveva già lavorato con il Pordenone, a completare la decorazione con gli Apostoli nelle lesene, le storie della Vergine nel tamburo e i quattro evangelisti nei pennacchi.
Su tutti incombe dal lanternino (ma forse il Pordenone voleva solo dare l’idea di un giungere premuroso dalle nuvole) Dio Padre, sorretto da angioletti dall’espressione un po’ smarrita, un po’ preoccupata per quella che sembra una caduta rovinosa!
Inevitabile il confronto con la cupola del Guercino. Ricordiamo ancora la bellezza dei visi delle Sibille e dei Profeti, l’accuratezza dei particolari in dipinti comunque destinati ad essere visti da grande distanza.
Il Pordenone, a questo riguardo, è stato più “pratico”, lasciando i suoi dipinti meno accurati, senza indulgere in particolari che necessariamente non sarebbero stati apprezzati per la lontananza.
Dopo gli affreschi, ecco i quadri del Pordenone
Per aggiudicarsi la committenza il Pordenone eseguì come prova, nella stessa basilica, l’affresco raffigurante sant’Agostino: “Essendo piaciuta questa pittura […] vollero ch’egli seguisse a dipingere le due seguenti Cappelle e la tribuna maggiore”.
Le due cappelle citate sono quelle di Santa Caterina, con la raffigurazione del martirio della santa, e quella della Natività o dell’Adorazione dei Magi. I due dipinti si caratterizzano per l’uso di colori brillanti che ravvivano la narrazione e guidano l’occhio verso il fulcro della scena.
Sullo sfondo della cappella di Santa Caterina spuntano la cupola e il tiburio di Santa Maria di Campagna. Un altro scorcio cittadino dà un tocco vivace alla raffigurazione dell’Adorazione dei Magi: un palazzo brulicante di abitanti affacciati alle finestre, che si sporgono incuriositi a guardare il lungo corteo di cavalieri con turbante.
Uscendo, noi quattro amiche ci mettiamo alla ricerca sul pavimento della pietra con inciso il n.80: sotto, ci è stato detto, è sepolto “mastro Alesio Tramello architecto de Piasenza” e della stessa Santa Maria di Campagna.
Forse l’abbiamo individuata in una pietra dal numero semi cancellato dallo scalpiccio dei fedeli. Ė solo un forse, ma a noi piace crederci!
Santa Maria di Campagna: tra miracoli e la prima crociata
Fuori dalla chiesa, la luce del mezzogiorno batte sul nome della piazza: Piazza delle Crociate. E ci ricordiamo che sul luogo di Santa Maria di Campagna, intorno all’anno Mille sorgeva la cappella di Santa Maria in Campagnola, meta di pellegrinaggio per “l’olio miracoloso” che la tradizione vuole sgorgasse dal pozzo dei SS. Martiri, ricordato da una lapide (hic ferunt condi martires). Si trattava di un ipogeo dove furono nascosti i resti di un gruppo di cristiani martirizzati nel 303 d.C.
Un luogo sicuramente di grande attrazione popolare se nella primavera del 1095 Urbano II decise di tenere proprio qui una sessione del Concilio durante la quale propugnò la necessità di ”liberare i Luoghi Santi” dall’occupazione mussulmana. La chiamata ufficiale ad armarsi e partire fu fatta successivamente a Clermont Ferrand ma fu qui, nell’allora campagna fuori le mura di Piacenza, che fu decisa la prima crociata.
Non ti vuoi lasciare sfuggire proprio nulla nella tua visita a Piacenza?
Ispirato dagli artisti che hanno lavorato a Santa Maria di Campagna, Luigi Miradori detto il Genovesino ha lavorato a Piacenza dal 1632 al 1635 e, anche dopo avere lasciato la città, ha continuato ad avere commissioni da parte di committenti piacentini. In concomitanza con la Salita al Pordenone, a Palazzo Galli della Banca di Piacenza si tiene una mostra dedicata al Genovesino, con opere appartenenti a collezioni di tutta Italia.
Con il biglietto della Salita al Pordenone sarà possibile visitare il Collegio e la Galleria Alberoni. E il loro patrimonio artistico: dall’Ecce Homo di Antonello da Messina ai capolavori fiamminghi, tra cui una collezione di 18 arazzi, alla Biblioteca monumentale.
Ma c’è anche Cremona…
Per continuare ad ammirare il Pordenone, fai una gita a Cremona. Nella sua cattedrale il Pordenone lavorò dopo il suo soggiorno romano, dove si aggiornò sui capolavori di Raffaello e, soprattutto, di Michelangelo.
Ė nella cattedrale di Cremona che il Pordenone esprime la massima intensità stilistica nell’ affresco della bella Deposizione, nella Crocifissione ricca di pathos e nel Compianto, con il corpo del Cristo deposto in scorcio, quasi ispirandosi al Cristo Morto del Mantegna.
Noi non vediamo l’ora di ritornare a Cremona per ammirarli un’altra volta !
Tutte le informazioni necessarie per ammirare il Pordenone (e non solo)
- Basilica di Santa Maria di Campagna
Piazzale delle Crociate – Piacenza
martedì, mercoledì, giovedì 10 – 12,30 e 15 – 19 / venerdì 10 – 12.30 e 15 – 22
sabato: 10 – 22 / domenica e festivi 10 – 19 - Collegio e Galleria Alberoni
via Emilia Parmense, 77 – Piacenza – tel. 0523 577011
La Galleria Alberoni (Sala degli Arazzi e pinacoteca sovrastante) è visitabile dal martedì al sabato dalle ore 15.30 alle 18.30 - Palazzo Galli
via Mazzini, 14 –a due passi da Piazza Cavalli
da martedì a sabato 15-19; festivi 10-12.30 e 15-19 / chiuso i lunedì non festivi
Visite guidate tutte le domeniche alle ore 11 - Cattedrale di Cremona con i capolavori del Pordenone (affreschi e pala Schizzi)
sabato e domenica fino al 10 giugno
dal lunedì al venerdì 10.30-12 e 15.30-17.30 / sabato 10.30-17 / domenica 12-17
Informazioni: Cremona Infopoint – tel. 0372 407081 – cell. 347 6098163
info.turismo@comune.cremona.it
E dopo la salita al Pordenone… si va a mangiare!
Piacenza è una di quelle città dove notoriamente non ci sono problemi a trovare buoni posti dove mangiare. Sia un boccone veloce (non troppo veloce, per favore!) sia trattorie e ristoranti.
Noi abbiamo mangiato all’Osteria Carducci, in centro. Oltre all’immancabile gnocco fritto (perfetto!) con salumi, abbiamo ordinato cinque piatti diversi (nella foto non si vede Francesca che ci stava riprendendo e che ci ha regalato anche altre foto, ma si vede il suo piatto) e siamo rimasti tutti molto soddisfatti. Tanto da non voler rinunciare, nonostante il “lauto pasto” neppure a una buonissima Tarte Tatin con gelato!
Osteria Carducci
Via Carducci, 6 – tel 0523 318394
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