Da un anno sono solo ”una” vagabonda.
Si, non siamo più vagabondi in coppia. Forse ve ne sarete accorti, i post degli ultimi mesi riguardavano solo me e non più “noi”.
Perché ve lo dico solo ora? Perché perdere il proprio compagno di vita è talmente devastante che non è facile scriverne, comunicarlo a chi non ci ha conosciuti personalmente, non ha avuto con noi una consuetudine di rapporti d’affetto.
C’è bisogno di elaborare quanto è accaduto. E ognuno ha i suoi tempi. I miei sono lunghissimi. Non ci posso fare nulla.
Ho scelto di scriverne proprio ora aiutandomi con la ricorrenza, quasi una pietra miliare, uno stop di riflessione che pone fine a un periodo in cui ho continuato il nostro progetto quasi rabbiosamente, quasi a significare che nulla era cambiato, che io avrei continuato per tutti e due, anche da sola.
Naturalmente non è così. Si è trattato di una reazione, comprensibilissima, ma pur sempre una reazione emotiva, ben poco razionale. Sarà, inevitabilmente, diverso. Per me e per voi.
Certo, continuerò il “nostro” vagabondare ma “la voce narrante” (la sensibilità con cui vivere i viaggi, gli eventi, gli incontri) sarà solo la mia.
Anche se la presenza di Giordano non mi verrà mai meno.
2 Commenti
Mio marito è morto due anni fa …per l’esattezza 27 mesi fa … i nostri progetti erano i viaggi … adesso vado da sola anche se a volte con amiche ma senza di lui … Non è per niente facile dopo 41 anni di vita insieme …
Ci vuole tanta forza e progettare e poi realizzare viaggi è fonte di energia
Ti abbraccio
Grazie Katia per la tua vicinanza. Mi dispiace moltissimo per tuo marito, purtroppo capisco benissimo cosa si prova, quando si è molto uniti, a ritrovarsi senza una persona che è diventata parte di noi. Scrivimi le tue esperienze di viaggiatrice solitaria, mi interessano davvero molto. Ti mando un abbraccio.