Potete vedere le tappe di questo itinerario qui
La discesa dalla diga del Moncenisio attraverso la Plaine de Saint Nicolas (in Francia) fino al bel paese medioevale di Novalesa, già importante punto di sosta della Via Francigena, è una camminata molto facile e ricca di suggestioni storiche in un paesaggio estremamente piacevole.
Partiti di buon mattino dall’albergo Le Malamot, alle spalle della diga che forma il grande lago del Moncenisio, ritorniamo indietro di qualche passo verso l’antico villaggio in rovina di Grand’Croix per imboccare la strada per Novalesa. Le case del vecchio borgo sono strette le une alle altre per difendersi dai freddi venti che scendono dal Colle del Moncenisio, ma oggi c’è solo una brezza che passa sul viso e tra i capelli e dà una sensazione di gioia.
Grosse marmotte attraversano la strada e si acquattano tra i massi. Fischio per salutarle. Naturalmente, nessuna mi risponde…
Scendiamo comodamente sulla Grande Scala, la carrozzabile voluta da Napoleone per rendere più agevole il valico del Moncenisio, protetta e scandita da robusti guard-rail in pietra e legno restaurati fedelmente come gli originali.
Sotto di noi, alle svolte dei tornanti, vediamo la vecchia centrale idroelettrica, simile a un castello seminascosto, e piccole gole dove scendono rivoli d’acqua.
Seminascosto è anche un piccolo gioiello, quasi invisibile dalla strada, che troviamo solo per la nostra curiosità nell’andare a leggere un piccolo cartello in legno: “Chapelle St Nicolas 2 mn”. Due minuti? Non vediamo nessuna cappella. Ma dov’è? Ci avviciniamo e, seminascosta tra i fabbricati cui si appoggia e l’erba alta, ecco la piccola Cappella di San Nicolas, con la sua croce appena sbozzata dalla pietra. E’ su questa strada verso il Moncenisio dal tredicesimo secolo, conforto e rifugio per i viandanti che percorrevano la Via Francigena. Incontrarla è stato un altro piccolo, prezioso regalo di questa bellissima tappa.
La Plaine de Saint Nicolas ci conduce dolcemente verso il confine.
Prima di allontanarci, ci voltiamo a guardare ancora una volta la Grande Scala.
Arrivederci Colle del Moncenisio, il nostro cammino continuerà ad essere una comoda discesa lungo antichi cammini di fede e di eserciti, scandito ancora per qualche tratto da semplici edifici numerati con la scritta in italiano: “Regia casa di ricovero n….”, testimonianza del continuo passaggio di appartenenza tra Francia ed Italia.
Ormai in Italia è la “Regia casa n. 4” che dette ricovero al generale Lamarmora, fondatore dei bersaglieri, durante 37 ore di tormenta di neve, come leggiamo su un foglio di carta inchiodato al muro, con qualche imprecisione.
A questo punto abbandoniamo la strada rotabile per prendere un tratto della Via Francigena che attraverso un bel bosco e prati fioriti ci porta al paese di Moncenisio, dove tra i 35 (trentacinque !) abitanti vive ancora la lingua franco-provenzale, che indica ai visitatori l’antica cappella di Santa Barbara, la chiesa dal campanile gotico e i nomi delle piccole piazze del paese.
E’ bello sostare sotto il frassino monumentale (oltre 300 anni) davanti alla chiesa, guardare scorrere il torrente Cenischia, leggere le scritte delle meridiane sui muri delle case. “Souviens toi de vivre” (ricordati di vivere) è l’ammonimento di una di loro.
Continuiamo la sosta davanti al lago, allo Chalet du Lac, dove mangeremo bigoli al Barolo (impastati nel vino Barolo al posto dell’acqua !), agnolotti alla piemontese, tomini (formaggio fresco) con marmellata di cipolle. Mentre beviamo il caffè che ci viene offerto dalla padrona, ascoltiamo la storia di una leggenda del paese, che ha trovato inaspettatamente una conferma. Un tempo alcuni abitanti di Moncenisio facevano contrabbando oltre confine. In paese si mormorava delle ricchezze nascoste nelle case dei contrabbandieri, ricchezze che passando di bocca in bocca diventavano un vero e proprio tesoro. Nessuno però era mai riuscito a trovare nulla finché, non molto tempo fa, ristrutturando una vecchia casa, dietro alla cappa del camino sono spuntate due monete d’oro! Da allora, però, nonostante le ricerche, nessun altro tesoro è stato trovato!
Dopo la pausa, la stanchezza si fa sentire. Ci alziamo da tavola e lasciamo la compagnia della padrona di casa un po’ a malincuore, ma abbiamo ancora 7 km. e 600-700 mt. di dislivello prima di arrivare a Novalesa, continuando la Via Francigena. Per fortuna il clima è mite e la strada è immersa nel verde. Anche se stanchi, arriveremo a Novalesa contenti, felici del nostro cammino.
Dove ci siamo fermati
A Moncenisio paese ci siamo fermati per il pranzo allo Chalet du Lac. Ottimo ristorante ed accoglienza molto cordiale.
tel.0039 0122653315
www.chaletsullago.it
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