Friuli Venezia Giulia Il buono del viaggio

Un frico per ogni valle del Friuli

20 Aprile 2018
Frico del Friuli

Frico o fricò? Come vi piace di più. Anzi, come piace di più ai lettori friulani.

Si tratta infatti di un gustosissimo piatto a base di patate, cipolla e formaggio tipico del Friuli, anzi, il “vero piatto friulano”. Non lo diciamo noi … “Il frico al è, cence dubis e pardabon, il vêr plat furlan. […] Al è un plat tipic des monts furlanis e e je une version par ogni valade”.

frico, un piatto decisamente friulano

Un piatto, quindi, dalle molte varianti, che ha “una versione per ogni vallata”: con l’aggiunta di mele, zucca, erbe aromatiche (Frico di Flaibano), porro e speck.

Il frico, noi l’abbiamo provato!

Noi l’abbiamo “scoperto” nella sua versione “morbida” a Cividale, durante il nostro itinerario “Da Cividale a Trieste: un assaggio di Friuli“. E ci ha assolutamente conquistati. Strepitoso!

Dopo la visita al museo diocesano, ci eravamo fermati a mangiare alla Trattoria Al Campanile, sedendoci ai tavoloni in piazza. Giordano ha subito scelto un posto vicino a una grossa botte di vino (i vini del Friuli sono ottimi)!

A pranzo con il frico

La lista dei piatti tradizionali ci ha ingolosito: salame all’aceto, prosciutto saltato, zuppe di legumi, polenta e il frico. Abbiamo subito ordinato i piatti che non conoscevamo. Sapori indimenticabili!

Frico: friabile o morbido?

Il frico (fricò è la denominazione originale in lingua friulana, italianizzata in “frico”, senza accento) è un piatto antico, buonissimo e adatto, nella sua versione friabile, ad essere trasportato negli zaini insieme a fette di polenta fredda, ben soda.

Un tempo venivano utilizzati gli avanzi della sagomatura delle forme di formaggio, gli “strissulis”, tagliati sottili e cotti nel lardo (oggi nell’olio) bollente fino a farli diventare croccanti.

Frico croccante

La versione “morbida” è molto diversa e prevede la rosolatura della cipolla, l’aggiunta di formaggio di diverse stagionature (tradizionalmente il Moltrasio, ma anche altri tipi di formaggio) e di patate cotte e schiacciate.

Tutti gli ingredienti, amalgamati, vengono cotti ancora in padella fino a indorare la superficie, ottenendo una specie di frittata alta e morbida. Va mangiato rigorosamente caldo, accompagnato dalla polenta.

Piatti tipici friulani e frico

Il frico è il piatto presente in tutte le sagre friulane ed ha diversi eventi dedicati: la “Sagre dal Frico” a Carpacco di Dignano e “A tutto Frico…” a Flaibano, dove si prepara anche una versione tipica locale con le erbe ed una piccante.

Sagra del frico

Noi abbiamo mangiato la versione più “semplice”con cipolla, patate e formaggio. Ci è piaciuta così tanto che ne abbiamo cercato la ricetta (si può sempre provare a farlo a casa, no?), ed eccone qui una (senza escludere altre preparazioni).

Ricetta del Frico morbido

Ingredienti per 2 persone

• 250 grammi di patate
• 130 grammi di formaggio Montasio fresco
• 130 grammi di formaggio Montasio stagionato
• 30 grammi di burro
• 50 grammi di cipolle

Preparazione

1. Pelare le patate e grattugiarle con grattugia a fori larghi in una ciotola.
2. Nel frattempo in un tegame antiaderente soffriggere la cipolla nel burro a fuoco lento
3. Inserire le patate crude e cuocerle bene coprendo anche con il coperchio in modo che rimangano morbide (circa 25-30min)
4. Incorporare entrambi i formaggi tagliati a scaglie sottili o a cubetti
5. Cuocere il tutto a fuoco lento mescolando frequentemente
6. Man mano che si cucina, eliminare l’olio che si forma sul fondo della padella
7. Alla fine permettere che si formi una crosta e girare il frico aiutandosi con un piatto
8. Una volta che il frico ha raggiunto la giusta consistenza, servire con polenta

Ricetta di http://unionecuochifvg.com

frico morbido

Il Fricò di Martin

Volete verificare se questa preparazione segue le indicazioni di Martin da Como, cuoco del Patriarca di Aquileia nel 1450 Nella ricetta Casi in patelecte dal mestri Martin da Como, cogo dal Patriarcje di Aquilee, raccolta nel suo Libri ‘de arte coquinaria’ Martin scriveva:

Cjol dal casi gras, o che nol sedi masse vecjo, ni masse salât e tu taiarâs in fetulutis o bocons cuadris, o cemût che ti plâs, et che tu vedis dalis padielutis fatis par chel mistîr. e sul font, tu metarâs un toc di spongje, o pûr di saìn fresc, metintlu a scjaldâ su lis boris e dentri tu metarâs i tocuts di formadi che o ven dit, e come che ti plâs, che al sedi fat tenar, tu i darâs une voltade, metintgj parsore dal zucar e canele, e mandilu subite in taule, che si vûl mangjâlu daûr dal past, cjalt, cjalt”.

Arte coquinaria

Img di copertina: unionecuochifvg.com

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